prima pagina pagina precedente





Il consiglio comunale e l'uovo di Longoni
di Franco Isman


Cominciamo col dire che questo consiglio comunale è quanto di peggio possa essere dato di vedere: inefficiente, improduttivo e, per quanto riguarda larga parte dell'opposizione, indecoroso e indecente.
In barba al regolamento, che esiste ed è chiaro, la fase preliminare dedicata alle interrogazioni, interpellanze e mozioni viene protratta per un tempo assurdo, con interventi reiterati su quasi tutto lo scibile umano ma soprattutto estremamente lunghi, senza che nessuno rispetti quanto il regolamento prescrive. Tale fase, che inizia alle 20:30, si protrae molto spesso fino alle 23-23:30 lasciando un'ora o poco più per la discussione degli argomenti all'ordine del giorno, ed è abbastanza evidente che è questo lo scopo cui la minoranza tende.
Spesso le discussioni trascendono e si arriva agli insulti personali, uno spettacolo vergognoso, antieducativo e deprimente.
Questa maggioranza è stata talvolta criticata per non aver voluto e saputo modificare il regolamento del consiglio comunale quando ce n'era il tempo. Non era indispensabile: come abbiamo già detto il regolamento sarebbe del tutto sufficiente per evitare gli attuali abusi, solo che si avesse la volontà di applicarlo. Il primo presidente del consiglio, che aveva lo specifico compito di farlo rispettare, era troppo gentiluomo, si diceva, ma quello attuale lo è evidentemente altrettanto e consente che del regolamento si faccia strame.

La fase preliminare, quella cioè che precede la discussione degli oggetti all'ordine del giorno, è regolata dagli articoli da 33 a 40 del regolamento, i consiglieri li conoscono certamente e chiunque può andarseli leggere sul sito del Comune.
Sono previsti interventi ex articolo 33, al quale molto spesso ci si riferisce anche quando non ne ricorrono gli estremi, in base al quale “i Consiglieri possono richiamare con brevissimi interventi di durata massima di cinque minuti l'attenzione del Sindaco e della Giunta sull'ordine dei lavori e su problemi di preminente interesse locale o di particolare rilevanza di interesse nazionale o internazionale.” Cinque minuti, ma si hanno interventi che arrivano alla mezz'ora e conseguenti repliche e discussioni assolutamente non contemplate.
Poi vi sono le interrogazioni, interpellanze e mozioni che devono essere formulate per iscritto e, in base all'articolo 34, “qualora presentate durante la seduta del Consiglio comunale vanno solamente enunciate col titolo senza procedere alla lettura del testo.” Questa disposizione è praticamente sempre disattesa.

Il bravo consigliere Armando Pioltelli, che con grande dedizione compila da parecchi anni le sue cronache che Arengario costantemente ripresenta, piange, strilla e strepita per questa situazione che giudica giustamente assurda. Ma incredibile e assurdo è che la maggioranza non abbia saputo in questi anni far valere quanto il regolamento sancisce e continui a subire questo stravolgimento di ogni logica e di ogni diritto. Sul vecchio forum Monza-Piazza d'Uomo pił volte Peppino Motta ed altri hanno denunciato questa aberrazione.

Adesso, meglio tardi che mai, la maggioranza si è svegliata e cerca di correre ai ripari: nella seduta del 10 ottobre il consigliere Egidio Longoni ha presentato una mozione che chiede per i tempi di discussione generale, in materia urbanistica, un tempo massimo di 45 minuti, mentre si affermava normalmente che in tale materia non vi fosse alcun limite. La mozione è stata duramente contestata dalle opposizioni che gridavano al golpe: “A questo punto urla di comunista, unione sovietica, la democrazia è stata uccisa, il consigliere Allevi urlava fuori microfono comunista, comunista, comunista” riferisce il consigliere Pioltelli nella sua cronaca. La mozione è stata approvata dalla maggioranza ma poi ritenuta non ammissibile dal consiglio di presidenza, composto dal presidente e da due membri della minoranza in quanto il consigliere Grillo, eletto per la maggioranza quando Insieme per Monza ne faceva parte, si è rifiutato poi di dimettersi quando IxM è passata nelle file della minoranza (!). La maggioranza la ha poi riadottata nella seduta successiva e si è in attesa di una decisione del prefetto e forse anche del TAR.

Chi ha ragione?
L'articolo 18 del regolamento “Interventi dei Consiglieri - Disciplina e durata degli interventi” afferma “Nessun Consigliere può prendere la parola più di due volte nell'ambito di ciascuna discussione generale e più di una volta nell'ambito di ciascuna discussione particolare. E' consentito soltanto un eventuale ulteriore intervento nella forma più succinta, per fatto personale, per mozione d'ordine o per dichiarazione di voto.
La durata del primo intervento nella discussione generale non potrà superare i quindici minuti e quella dell'eventuale secondo intervento i cinque minuti. La durata dell'intervento nella discussione particolare non potrà superare i cinque minuti.
I tempi degli interventi previsti dal precedente comma non si applicano alle discussioni sui bilanci, sui piani regolatori generali e sulle delibere programmatiche…”.

La minoranza interpreta che sui piani regolatori generali non deve essere posto alcun limite di tempo e, ad onor del vero, questa era l'interpretazione corrente.
La maggioranza sostiene invece che l'articolo 18 afferma semplicemente che in materia urbanistica i normali limiti non si applicano ma che, ovviamente, un limite ha da esserci e, in assenza di una indicazione nel regolamento, sta all'aula deciderlo. E questo è stato fatto: l'uovo di Longoni, come ha detto Pioltelli.

Nella seduta del 20 ottobre poi, la consigliera Marina Buzzi presentava una mozione sulla conduzione dei lavori, dicendo che la fase preliminare non è prevista nel regolamento e che l'art.33 afferma che sono consentiti soltanto brevissimi interventi della durata massima di 5 minuti e chiedendo che alle ore 22 si chiuda la fase preliminare rinviando al consiglio successivo gli interventi prenotati.
Il consigliere Pioltelli ci racconta: “Urla e proteste fuori microfono -vergogna la più gettonata- da parte dei consiglieri Allevi,  che affermava che non è possibile cambiare il regolamento a colpi di mozioni e che la maggioranza aveva avuto 4 anni per modificarlo e Ghezzi che affermava: “non sapete cosa fate”; il consigliere Allevi ci dava dei balordi, il sindaco perdeva la pazienza urlando che non era possibile che ogni volta  il consigliere Allevi tenesse un simile comportamento.”
Ma non basta più semplicemente far finalmente rispettare il regolamento con le limitazioni e i tempi che esso sancisce?

Franco Isman


in su pagina precedente

  22 ottobre 2006